La maggior parte dei consumatori, perlomeno una volta nella vita, decide di richiedere un prestito, piccolo o grande che sia. La comodità di poter pagare ratealmente anziché dover sopportare un’uscita di denaro, in alcuni casi ingente, è particolarmente apprezzata da una vasta fetta di soggetti, in alcuni a tutela dei risparmi accumulati col passare del tempo.
Nel momento in cui si decide di sottoscrivere un prestito, gli aspetti da valutare sono indubbiamente molteplici. Ma uno, più di altri, viene attenzionato in via prioritaria: l’esborso economico da dover riconoscere all’ente erogatore, ovvero sia gli interessi da pagare. Gli intermediari sono obbligati dalla legge a pubblicare TAN e TAEG, parametri che stabiliscono l’onerosità di un finanziamento.
Perché è utile apprendere le modalità di calcolo degli interessi
E nella maggior parte dei casi, fortunatamente, i dati esposti sono veritieri. Gli utenti, però, possono verificare se corrispondono alla realtà in modo abbastanza semplice, apprendendo quale sia il metodo corretto per calcolare gli interessi, elemento propedeutico, in alcuni casi, a smascherare eventuali truffe. Conoscere come si calcolano gli interessi, però, non è utile solo in questo caso.
Essere a conoscenza di come avviene questa operazione, infatti, è di grande supporto nella comparazione delle offerte presenti sul mercato, decisamente utile a comprendere quale sia quello maggiormente conveniente e attinente alle nostre esigenze. Un aiuto di fondamentale importanza in un mercato, come quello del credito al consumo, che presenta un’ampia varietà di offerte, in taluni finanche disorientante per il consumatore data la notevole pluralità di proposte presenti.
Abbiamo già definito, in principio cosa si intende per interesse, ossia la somma da dover riconoscere all’ente finanziario che ci fornisce la liquidità richiesta. Vediamo, ora, quali sono i fattori che determinano la loro quantificazione. Il primo fattore, per quanto ovvio, riguarda il capitale, quella somma che desideriamo vederci riconoscere sul nostro conto corrente.
Ad esso, poi, va aggiunta la durata, l’arco temporale entro il quale restituire l’intero capitale, maggiorato degli interessi legalmente pattuiti, alla banca o finanziaria che ha erogato il prestito. Il terzo elemento, infine, è il tasso d’interesse, citato per ultimo, ma indubbiamente il più rilevante nella scelta di un finanziamento.
La formula per calcolare gli interessi di un prestito personale
Andiamo a vedere ora, nel concreto, come si calcolano gli interessi di un prestito, ipotizzando di averlo sottoscritto per un importo di €.5000,00, durata 60 giorni, al tasso del 10%. In questo caso, il calcolo da seguire è il seguente: (5000*10*60)/36500 = 82,19. Quest’ultima rappresenta l’ammontare da dover riconoscere mensilmente all’istituto finanziario sotto forma di interesse, che incide significativamente nella determinazione della rata da dover pagare puntualmente ogni mese.
Nell’esempio appena descritto, siamo partiti dal presupposto di disporre del tasso d’interesse, ma alcuni consumatori, per ottemperare ad una migliore gestione delle proprie spese mensili, preferiscono partire da un altro dato: la rate mensile da dover corrispondere. In questo caso, quindi, è utile comprendere quale sia il tasso d’interesse applicato nel caso.
Per determinarlo, è necessario, oltre all’importo della rata, disporre di altri tre fondamentali dati. In primis, la durata del finanziamento, ossia il numero delle rate o degli anni con i quali si intende rimborsarlo. Ad essa, poi, va aggiunto l’importo richiesto e il montante complessivo da corrispondere.
Per montante si intende la somma totale composta dalla somma richiesta e interessi che il debitore è tenuto a riconoscere alla banca o finanziaria erogante. Quanto menzionato in questo articolo, però, è solo una parte degli elementi da tenere in considerazione. Maggiori informazioni puoi trovarle su Prestitimag.it, il blog per eccellenza in Italia nel mondo dei prestiti.