Chi non conosce i Titoli di Stato?
La domanda ha una sola risposta: tutti conoscono i Titoli di Stato ma quelli di cui siamo abituati a sentir parlare sono quelli italiani, i Cct, Bot, BTP eccetera mentre ogni Stato Mondiale emette i suoi Titoli di Stato. Che cosa sono nel particolare, forse in tanti non sanno rispondere con sicurezza: Che cosa rappresentano i Titoli di Stato, quel è il principio che sta alla loro base?
I titoli di Stato sono un’obbligazione governativa, un prestito a tutti gli effetti9 che i cittadini accordano allo Stato che lo stesso utilizza per finanziare il debito pubblico, ricevendone in cambio un interesse; se è vero che lo Stato siamo noi, allora un prestito allo Stato rappresenta, in linea di principio, un finanziamento a noi stessi. Il vantaggio dei Titoli di Stato è che si tratta di un investimento a rischio zero, dal momento che il patto è chiaro da subito: la sottoscrizione del Titolo di Stato genera l’obbligo da parte dello stesso di riconoscere all’investitore un interesse predeterminato in sede di sottoscrizione e lo Stato si rende garante della restituzione di Capitale ed interessi.
La sicurezza deriva dal fatto che lo Stato non è insolvente, onora i propri debiti avendone la capacità certificata. L’unico rischio per l’investitore sarebbe uno Stato in fallimento ma non è il caso dell’Italia.
Quali sono i rischi reali?
Come detto, se uno Stato va in default, non ha più la capacità di pagare i propri creditori, esattamente come fosse un’azienda che va in fallimento. Se tra i creditori mettiamo anche tutti coloro i quali hanno prestato denaro allo Stato, come realmente è, costoro non vedranno tornare né capitale impegnato né, tantomeno, interessi. Spesso, però, capita che uno Stato non arrivi al Default ma sia comunque talmente in crisi da non rispettare i termini di scadenza dei suoi Titoli di Stato.
Ecco, allora, che sul piano internazionale non è ancora in fallimento ma sul versante interno blocca i pagamenti di pensioni, contributi, servizi e anche il rimborso dei propri Titoli sottoscritti, o almeno ne posticipa il pagamento. In alcuni casi lo Stato rinegozia il debito con i propri cittadini, riconoscendo il rimborso ma in termini ridotti non solo sugli interessi ma sullo stesso Capitale.
Non parliamo di fantapolitica ma di situazioni reali che si sono verificate e si verificano: in alcuni Paesi del Sud America, ad esempio, soprattutto in Argentina in anni passati e oggi in Venezuela ma difficoltà notevoli si sono verificate anche in Russia e nel medio oriente oltre che in India, ad esempio.
Certamente investire in Titoli italiani renderà molto poco ma almeno il denaro è al sicuro ma se pensi di investire in altri Paesi, prima di farlo dovresti informarti adeguatamente sulle condizioni della sua economia e sulla stabilità politica interna. Non sempre questo è facile ma un indicatore affidabile lo ottieni dall’interesse proposto: quanto maggiore è l’interesse, tanto è minore l’affidabilità della sua economia e della loro condizione di stabilità interna. Per fare un esempio, il famoso Spread tra i Titoli italiani e il Bund tedesco, il più stabile d’Europa e quindi preso a riferimento, esprime un rapporto tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani, quelli decennali, e quelli tedeschi.
Nel momento in cui l’economia italiana era in condizioni disastrose, tanto da far temere un’uscita dall’UE, lo Spread era alle stelle che significa che l’Italia, per ottenere prestito da cittadini, era costretta ad offrire tassi di interessa parecchio alti. Questo è solo un esempio per far comprendere il concetto ma alcuni Stati mondiali oggi offrono Titoli di Stato con interessi astronomici. Può essere che vada tutto bene e che il tuo investimento ti dia rendimenti record ma il rischio di perdere è forte.